Testate

Mi sembra giusto, dopo aver realizzato la splendida testata (così si chiama) che si può vedere, sfavillante, in alto nel sito, fare una leggera/minuscola riflessione. (Dovrò pensare ai TAG per questo scrittino). Eh si, perché la testata, una volta era – e lo è tuttora – (solo che adesso rispetto alla stessa c’è una disattenzione che considero puro snobismo culturale) quella parte del letto dove, per forza di cose, si va ad indirizzare la zucca, la chiorba, la crapa, pelata e non, nell’atto di coricarsi. Grande l’attenzione per la testata, ce n’erano in ferro battuto, stile postmoderno, a libreria, quelle con la radio tipiche degli anni 70 (che poi non funzionava mai) e altre a carattere esclusivamente ornamentale – pittorico, alcuni invece mettevano il Che. Comunque la si metta è la parte alta e volitiva del letto; quindi adesso, questo sito neonato, con la sua bella testata, mi fa pensare ad un letto, a molte, molte piazze, svariate piazze. Un bel letto multipiazza dove c’è posto per tanti, per tutti, un luogo infinito, multiforme. E poi, dico, nel letto si dorme, e si sogna, quindi abbiamo a che fare con un sito onirico, un sitonirico, bah, lo scrivo tuttattacato, che rende meglio. Nella prossima puntata scriverò delle “testate”, sempre cose che hanno a che fare con la zucca, la chiorba, la crapa, pelata e non, ma stavolta l’attenzione sarà rivolta ai muri verso i quali, le suddette, sono dirette, e il relativo lavoro per sbrogliare i fili attorcignati della vita nei quali i piedi inciamparono, un dì.

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